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Cosa prevede il bilancio di sostenibilità obbligatorio 2024

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Giugno 7, 2024

La predisposizione di un bilancio di sostenibilità è un iter complesso che richiede nel breve termine l’identificazione degli obiettivi, delle strategie connesse, delle linee guida, delle attività e milestone, sino al raggiungimento nel medio periodo di un vero e proprio cambiamento culturale aziendale.

Il report di sostenibilità dovrà essere incluso nella relazione sulla gestione del bilancio finanziario e permetterà di dare una più ampia comunicazione circa gli indirizzi strategici nel medio-lungo termine, anche nella luce di possibili rischi e/o opportunità di business.

Il report dovrà contenere tutte le informazioni richieste dagli standard di riferimento (ad oggi GRI Standards e, con le tempistiche definite dalla CSRD, gli ESRS), quali:

  • La definizione del periodo e del perimetro di rendicontazione;
  • L’analisi di materialità ed il processo applicato nella definizione dei temi materiali;
  • Eventuali omissioni, modifiche e rivisitazioni dei dati degli anni precedenti, nonché l’utilizzo di stime e la spiegazione del perché sono considerate attendibili.

La stesura del documento dovrà seguire i principi di accuratezza, equilibrio, chiarezza, comparabilità, completezza, tempestività e verificabilità.

Le tre proposte di rendicontazione ESG

International Sustainability Standards Board (ISSB)

L’obiettivo della proposta dell’ISSB è creare una baseline globale per la rendicontazione sulla sostenibilità, incentrata sugli investitori.

L’ISSB ha sviluppato, tramite il contributo del Technical Readiness Working Group (TRWG), i suoi due primi exposure drafts che coprono i seguenti due topic:

  • Exposure Draft IFRS S1 General Requirements for Disclosure of Sustainability-related financial information che stabilisce i requisiti generali di reporting delle informazioni finanziarie relative alla sostenibilità, richiedendo alle società di rendicontare le informazioni materiali sulla loro esposizione ai rischi e alle opportunità significative legate alla sostenibilità, inclusi gli impatti e le conseguenze dell’attività aziendale sulle persone, pianeta ed economia;
  • Exposure Draft IFRS S2 Climate- related Disclosures che richiede alle aziende di rendicontare informazioni materiali che permettano agli investitori di valutare l’effetto, sul valore dell’impresa, di quelli che sono i rischi e le opportunità legati a clima.

Gli ISSB non definiscono un ambito soggettivo di applicazione dal momento che lo stesso dipenderà dalle giurisdizioni locali dei singoli paesi.

European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG)

L’EFRAG è stato fondato con il sostegno della Commissione Europea per servire l’interesse pubblico, modellando il reporting dell’UE e fornendo consulenza tecnica alla Commissione Europea.

Le attività dell’EFRAG sono organizzate in due pilastri:

  • Il pilastro dell’informativa finanziaria (sviluppo degli IFRS dalla prospettiva europea)
  • Il pilastro dell’informativa sulla sostenibilità (ESRS)

US Securities Exchange Commission (SEC)

Il 21 Marzo 2022 la SEC ha proposto nuove regole che incrementano l’informativa richiesta sui rischi climatici ed è probabile che avranno un impatto materiale sui bilanci delle società americane. La proposta sul clima della SEC prende spunto dal quadro della Task Force on Climate-related Disclosures (TCFD) e dal GHG Protocol. Le norme proposte sono ampie e sono volte a fornire informazioni più coerenti, comparabili ed utili per le decisioni degli investitori, affinché possano valutare al meglio l’impatto delle questioni riguardanti il clima sui bilanci.

Carbon footprint: Emissioni di CO2

La carbon footprint è un indicatore utilizzato per misurare la quantità di CO2 che viene emessa dall’azienda per misurare l’impronta di carbonio è quella degli Scope proposti dal Greenhouse Gas Protocol:

  • Scope 1: si tratta delle emissioni che vengono direttamente o che comunque sono controllate dalle imprese;
  • Scope 2: include le emissioni connesse con l’energia acquistata dall’impresa, ai fini dei consumi energetici;
  • Scope 3: sono tutte quelle emissioni connesse all’attività dell’azienda che non rientrano nello Scope 1 e 2. Possono essere attività relative alla mobilità dei dipendenti, catena di fornitura e utilizzo dei beni prodotti.

Quali sono i punti in comune?

Tutti e tre i progetti condividono degli elementi in comune, tra cui lo scopo di fornire una linea condivisa per le istituzioni riguardo la rendicontazione di sostenibilità e dal fatto che tutte e tre le proposte attingono alla TCFD.

Più nello specifico ISSB e SEC si riferiscono principalmente agli investitori, mentre i 12 standard ESRS dell’EFRAG sono indirizzate a tutti gli stakeholder.

La materialità nelle tre prospettive

Il concetto di materialità è rilevante per tutti e tre i framework di rendicontazione, analizzando le informazioni che dovranno essere poi riportate all’interno del bilancio di sostenibilità. Le società dovranno dare informazioni sui rischi e le opportunità legati alla sostenibilità che guidano le loro strategie e piani futuri

L’EFRAG ha introdotto il concetto di “double materiality”, secondo cui un’informazione di sostenibilità è materiale se è significativa dal punto di vista della materialità d’impatto, della materialità finanziaria o da entrambi gli aspetti.

La direttiva richiede alle aziende di considerare:

  • Sia il loro impatto sulle persone e sull’ambiente;
  • Sia il modo in cui le tematiche di sostenibilità influenzano le loro performance, posizione finanziaria e sviluppo.

L’impact materiality, definito dall’ESRS 1, presuppone che un tema sia rilevante sotto il profilo sostenibile se è correlato da impatti significativi realizzati dall’entità, effettivi o potenziali e che possono avere un risvolto sulle persone o sull’ambiente nel breve, medio e lungo periodo. Si includono quelli che sono gli impatti direttamente causati dall’azienda o a cui ha contribuito con le proprie azioni,  che sono collegate alla catena del valore a monte e a valle.

La financial materiality ha un significato differente rispetto a quello in uso per la determinazione delle informazioni e dei dati rilevanti nel reporting finanziario. Un tema può essere definito materiale da un punto di vista finanziario se può o potrebbe avere effetti finanziari sull’impresa. Ciò significa che la tematica è materiale se genera rischi e opportunità che vadano ad impattare le performance e la posizione finanziaria.

Il processo di valutazione della materialità deve essere svolto in modo da assicurare che vengano considerati gli interessi di tutti gli stakeholder interessati, che in questo contesto possono essere suddivisi in due categorie (definizione fornita dall’ESRS 1):

  • Affected stakeholder, cioè persone o gruppi di persone i cui interessi sono influenzati o potrebbero essere influenzati positivamente o negativamente, dalle attività proprie della società e della relativa catena del valore e;
  • Utenti del reporting di sostenibilità, ossia stakeholder che hanno un interesse nell’impresa e che possono essere investitori attuali e potenziali o partner commerciali delle imprese, sindacati e parti sociali.

Valutazione per l’analisi di materialità

L’analisi di doppia materialità rappresenta lo step finale, che deriva da un lungo processo di valutazione di tutte le questioni ambientali,sociali ed economiche che l’impresa identifica come rilevanti e pertanto da rendicontare nella propria dichiarazione di sostenibilità. Nel grafico della matrice di doppia materialità vengono rappresentati sia gli elementi sotto il profilo della materialità d’impatto e dal punto di vista finanziario. Per fornire dei suggerimenti su come condurre l’analisi di materialità, l’EFRAG ha pubblicato in data 25 ottobre 2023 un documento in bozza dal titolo “implementation guidance for the materiality assesment”.

La guida delinea 4 fasi su come condurre l’analisi.

Nella prima fase, vengono descritte quali sono le proprie attività e i rapporti commerciali, del contesto in cui si svolgono e risulta necessario andare ad individuare quelli che sono gli stakeholder interessati dalle attività proprie dell’impresa e della catena del valore a monte e a valle, cercando di capire quali sono le loro opinioni ed interessi verso l’attività svolta dall’impresa.

La seconda fase, prevede di esaminare i rischi e le opportunità attuali e potenziali che hanno a che fare con la sostenibilità. Per ogni rischio e opportunità l’impresa dovrebbe considerare e determinare se si riferiscono ad operazioni proprie o alla catena di valore a monte o a valle, e l’orizzonte temporale. In questa fase si possono seguire due approcci:

  • Top down;
  • Bottom up.

La terza fase, dove i rischi e le opportunità selezionati costituiranno la base per la redazione della dichiarazione di sostenibilità. Si suddivide a sua volta in:

  • Valutazione sulla rilevanza d’impatto;
  • Valutazione sulla rilevanza finanziaria;
  • Consolidamento dei risultati della rilevanza d’impatto e di quella finanziaria e della loro interazione.

La quarta ed ultima fase rappresenta il risultato finale di tutto il processo che come step conclusivo prevede il report di sostenibilità, in cui l’impresa deve rendicontare, il processo di valutazione e il suo esito, sulla base delle sue politiche di sostenibilità indicando le strategie messe in atto, i principali rischi/opportunità generati o subiti ed i risultati conseguiti, rappresentandoli anche attraverso gli indicatori fondamentali di prestazione adottati.


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